DANZATERAPIA
LA DANZA COME INCONTRO CON IL SÉ
Cenni storici:
L'uso simbolico e rituale della danza è così vasto da ritenersi parte integrante della storia espressiva dell'essere umano, in quanto ordine ritmico. La danza degli dei e degli eroi mitici concorre all'organizzazione e alla regolazione ciclica del mondo, per esempio, le danze rituali utilizzate per stabilire rapporti tra cielo e terra, sia che esse invochino la pioggia, l'amore o la fertilità. Partendo dal “tandava di Shiva-nataràja” Prototipo della danza cosmica, iscritta in un cerchio di fuoco, essa rappresenta allo stesso tempo creazione e Pacificazione, conservazione, distribuzione e reintegrazione, la danza che attraversa ogni cultura ed è simbolo della liberazione dei limiti materiali diviene infine manifestazione della vita spirituale.
L'utilizzo sistematico della danza i vari tipi di trattamento ebbe inizio circa cinquant'anni fa, prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Inghilterra la danza, già inserita programma di insegnamento nelle scuole elementari e riconoscimenti di attività riabilitativa e terapia a partire degli anni 40. Una figura significativa dello sviluppo della danza terapia fu Rudolf Laban (1879 – 1858), In quel contributo fu quello della sistematica categorizzazione del movimento. Nel 1982 viene ufficialmente fondata l'Association Dance Movement Therapy (ADMT), e tra i suoi obiettivi c'erasopratutto la promozione della formazione e dell'educazione della danza terapia. La letteratura americana degli anni 60 70 riporta le idee dei terapeuti che si occupavano di danza e che risultarono utili per i gruppi di persone affette da disturbi d'ansia dell'umore, da ritardo mentale o da altri tipi di handicap fisici.
Oggi nel panorama delle terapie corporee o psicorporee o somatico relazionali la DMT trova spazio identificandosi in Italia nell'APID (Associazionie Professionale Italiana DMT) Che tutela, forma e promuove la danza movimento terapia.I professionisti DMT Si differenziano per il loro approccio al movimento, più ortodosso legato alla danza classica o più espressivo relazionale, utilizzano le competenze acquisite durante Il proprio percorso formativo unite al proprio innato talento per offrire un'occasione di riscoperta di sé attraverso il movimento.
Il setting rappresenta il luogo fisico dove avviene l' incontro (seduta), il conduttore in questo caso il Dancemovementtherapist, ha il compito di trasformare una stanza in un luogo sacro, ciò avviene con l'aiuto di rituali che sono ad esempio, il giorno, l'ora ed il luogo dell'incontro, che rimangono generalmente fissi, fissa è generalmente anche la modalità di inizio dell'incontro, con l'utilizzo di semplici esercizi fisici che hanno lo scopo di crear uno stacco dal modo estern, lavoro, famiglia, etc. etc. per favorire l'incontro con il mondo immaginario, più interno, così come fissa è generalmente la chiusura di una seduta, ciò permette all'utente di salutare i proprio mondo immaginario e ritornare nel mondo quotidiano con nuove acquisizioni. Alcune regole fornite dal conduttore e ricordate sopratutto nel corso dei primi incontri, volte a garantire il rispetto verso se e verso l'altro, creano un clima favorevole alla libera espressione, infine con l'utilizzo di strumenti quali: la musica, l'argilla, i colori, il DMT si avvale per creare ambienti acquatici, terreni o eterei.
Risultati: La danza, come movimento, è la semplice base della Danza-terapia; non ci sono motivi di tipo estetico ed essa viene intesa prevalentemente in termini di tipo espressivo, ponendo al centro del proprio interesse l'unità psico-somatica dell'individuo. L'approccio di Laban usato da molti terapeuti, si riferisce a un training dove i movimenti si autogenerano e sono strettamente legati gli uni agli altri, così da formare una danza. Si producono forme gestuali e ritmiche che rimandano e delle tracce filogenetiche. Le improvvisazioni e le associazioni spontanee di movimento sono quindi fondamentali per questa forma espressiva. Non esiste un unico “giusto metodo”.
Obiettivi: Come risultato del tipo di intervento ci si aspetta, in linee generali, che i partecipanti diventino più consapevoli di se stessi, interiorizzando le varie esperienze attraverso gli esercizi proposti, realizzino il proprio potenziale di crescita, un maggiore senso di struttura interna (autoconsapevolezza), una riduzione dell'impulsività intesa come reazione di difesa e quindi chiusura verso l'ambiente, alla percezione e consapevolezza del proprio sistema difensivo, a un controllo della respirazione e delle proprie attività muscolari, a uno sviluppo differente dell'immagine corporea, ad abilità di coordinazione, allo sviluppo dell'assertività, alla capacità di prendere decisioni. Inoltre attraverso la cooperazione, attendere il proprio turno, imitare, fornire feedback, condividere, guidare e farsi guidare, con il contatto fisico adeguato, le partecipazioni in coppia, in gruppo, l'utente acquisisce o si riappropria di un livello di consapevolezza sociale attraverso un naturale processo di autoguarigione, per riscoprire e riappropriarsi del piacere di essere una stella danzante
a cura di Riccardo Vanni